STASERA CON ParlaMente 18 luglio 2014

giovedì 9 gennaio 2014

Legge elettorale: dove ci porta "Le Mattaraille"?

Non c’è che dire, bisogna fare i complimenti a Enrico Letta. Ad aprile, mentre il neo-premier giurava con la sua squadra di governo e fuori scoppiava il pandemonio, non in pochi pensavano che non sarebbe arrivato a mangiare il panettone. Invece, nonostante gli inevitabili capitomboli che costituiscono gli effetti collaterali delle larghe intese, Enrico è ancora lì. Un piccolo traguardo da aggiungere alla bacheca personale, insieme al non pervenuto alleggerimento del peso fiscale, all’aver rimandato il reddito minimo garantito e al mezzo silenzio sui tagli ai costi della politica. L’abolizione del finanziamento pubblico (chiamiamolo così, fa meno ipocrita) ai partiti? Bene. Ma se funzionerà è ancora da vedere. Tuttavia c’è una cosa in merito alla quale tanto si parla e poco si fa. Non stiamo parlando del precariato, ma della legge elettorale.

Del Porcellum, che non è un riferimento alla filosofia politica dei suoi fautori, se ne dicono di tutti i colori. Approvata in ossequio a un democraticissimo ricatto di Silvio Berlusconi (o vinco io o cade il governo), ha avuto tempo di lasciare il segno su due legislature prima di essere dichiarata incostituzionale dalla Corte. Non sappiamo se Letta arriverà anche a scartare l’uovo pasquale (il che in parte dipenderà anche da Renzi), ma certo è che un’altra tornata elettorale calderoliana sarebbe insostenibile. E con l’attuale situazione di stallo politico, non resterebbero molte alternative alla chiusura della diciassettesima legislatura. Così la prima cosa che l’Italia ha da fare è guardarsi intorno, come uno studente impreparato durante un compito in classe, e vedere se tra i banchi vicini c’è qualcosa di buono da cui poter trarre spunto.

Adesso, il centrosinistra vuole il doppio turno alla francese e il centrodestra berlusconiano preferisce il reintegro del vecchio sistema misto, con buone probabilità di influenzare anche la posizione di Ncd. Con tali presupposti, ilMattarellum francofono di Renzi – chiamiamolo Mattaraille – appare come una bozza ben delineata, forse migliorabile e da chiarificare in alcuni punti, nel complesso proponibile. Innanzitutto il primo fattore positivo è l’attuabilità politica. Mantenere il rapporto 75:25 tra quota maggioritaria e proporzionale, e nello stesso tempo introdurre il doppio turno in caso di mancato raggiungimento del traguardo fissato intorno al 40%, potrebbe essere una via per un’intesa tra le parti senza scendere a patti col diavolo. C’è però la possibilità che il “premio di governabilità” di 75 seggi possa diventare un’arma a doppio taglio. Se da un lato infatti può garantire una maggiore stabilità in un momento come questo, in cui la maggioranza assoluta è una chimera, dall’altro si rischia di andare a parare in un meccanismo analogo a quello che nelle ultime elezioni ha fatto sì che meno di trecentomila voti si trasformassero magicamente in 120 seggi alla Camera. Una sproporzione democraticida.

Infine rimane da affrontare la questione di una forzatura del bipolarismo, in un Paese in cui al momento vi sono tre forze politiche che praticamente si equivalgono. Supponiamo di votare con questo sistema: il centrosinistra è in vantaggio, ma non abbastanza per vincere al primo turno. Seguono centrodestra e M5S. A questo punto si giunge a uno snodo fondamentale, che porta alla selezione dei due candidati principali per la seconda tornata. Ecco che la presenza grillina, che all’apparenza potrebbe sembrare disturbante come un discorso di Giovanardi, potrebbe rivelarsi l’occasione di un’alleanza fondamentale per ottenere un governo forte, a condizione che essa sia alla pari e con punti chiari e condivisi.

In sintesi, quali sono i passaggi chiave? In primis, trovare una soluzione ragionevole (parola insolita, vero?) con le altre parti, senza piegarsi alla volontà altrui. In seguito andare al voto con il Mattaraille e trovare un’intesa costruttiva con Grillo. Renzi ci sta già provando. Dalle parti di Genova c’è ancora fredda chiusura, ma il leader del Movimento non può non considerare quella fetta di elettori delusi dalla mancata intesa con il Pd, condita dalle battute al vetriolo della Lombardi: sbattere la porta in faccia a ogni possibile dialogo, trincerandosi dietro gli hashtag, sarebbe un “Suicidio a Cinque Stelle”. E ciò non vale solo per Grillo. Dunque per favore, Matteo e Beppe, non litigate.

E se proprio non funzionasse sbirciare il compito del vicino di banco, le alternative non mancherebbero di certo. Da qualche mese si parla di Cangurum, ossia del modello australiano. L’elettore vota non uno, ma tutti i candidati, classificandoli in base alla preferenza. Se la somma dei primi voti non porta a maggioranza assoluta, si elimina la coalizione dalla percentuale più bassa e le seconde scelte vengono ripartite tra i candidati ancora in lizza, fino a raggiungere il fatidico 50% più uno. Efficace e indolore, senza inciuci e larghe intese. Importarlo con le dovute modifiche in Italia sarebbe, a mio avviso, come chiedere un suggerimento allo studente modello seduto dalla parte opposta della classe: audace e provocatorio, ma se funzionasse…

(Foto: notizienazionali.net)

Samuel Boscarello per Ateniesi

2 commenti:

  1. Ho fatto un sogno utopico? Il Popolo si destava (finalmente ) e si univa per formare una -SPA- del lavoro
    Non esistevano più padroni chi aveva bisogno di manodopera si doveva rivolgere alla (-SPA-del lavoro)
    Pagando la manodopera di qui abbisognavano ad un prezzo stabilito dalla (SPA del lavoro)
    Il Tutto adeguando là manodopera al costo (reale) della vita ed hai costi di mercato.

    I Cosi detti padroni che hanno sfruttato avidamente per secoli non esistevano più.

    il Popolo poteva scegliere Diventare padrone di se stesso ho prestatore di manodopera.

    La differenza del padrone di se stesso?

    Il padrone di se stesso Tolte le spese totali (documentando il tutto) rimaneva il 20% netto in più.
    La vera UTOPIA?
    Cosi facendo in un solo colpo avevano fatto sparire tutta la classe Politica serva delle lobby.
    E le lobby che non potevano più sfruttare il Popolo.Annullando di colpo tutti gli sprechi.
    Perché il Popolo aveva solo un pensiero comune
    Unire le menti per fornire idee produttive con benefici per tutti.

    Chi non accettava? Era libero di andarsene via portando con sé per carità cristiana solo il 20% dei suoi possedimenti.

    PS Potrebbe essere un sogno che si avvera? Speriamo di SI.VITTORIO

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    1. Un'utopia, proprio per la natura del termine stesso, irrealizzabile, caro Vittorio. Ciò non mette in dubbio la bontà dell'idea, quella dell'eliminazione dei legami padronali.
      Ma a dirigere questa "Spa del lavoro" dovrebbe starci una persona o un gruppo, con il rischio di concentrare tutto il potere su un capo assoluto o - paradossalmente - su una lobby. Una riforma così radicale potrebbe essere attuabile solo con l'uso della forza rivoluzionaria, che - come ci insegna la storia - porta violenza e dittatura.
      Impegniamoci invece perché venga rispettata l'uguaglianza nella nostra società: quella sì che sarebbe una rivoluzione.

      "Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell'uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita." [Enrico Berlinguer]

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