BIRRA E CHAMPAGNE - Una volta ho letto che se la ricchezza è come la birra, il potere è lo champagne. Il passo tra la semplice euforia e la dipendenza patologica è molto breve, capace di innescare un'escalation da far impallidire Lyndon Johnson. I meno pericolosi sono coloro che si accontentano di una sbronza da Oktoberfest. Sono fastidiosi e fanno un baccano infernale, ma complessivamente sono innocui. Vivono nelle loro grandi ville e si gloriano dell'illusione di essere divinità terrene. Poi vengono quelli che preferiscono ubriacarsi in modo raffinato. Ce ne sono tanti nelle aule parlamentari, e anche nei consigli d'amministrazione. Poi ci sono i peggiori, quelli che vogliono a tutti i costi organizzare una festa bavarese a Porto Cervo. Viziati e spregiudicati, si nascondono dietro una cravatta ed un sorriso da rappresentante di enciclopedie il venerdì pomeriggio. Il mondo del calcio ne è pieno, dai presidenti che si danno battaglia di fronte alle telecamere e poi combinano intrighi di prestiti, plusvalenze e comproprietà, agli agenti da completo impeccabile e dente avvelenato. Infine ci sono i calciatori che vorrebbero parlare ma non possono (pochi), quelli che potrebbero farlo ma non vogliono (tanti), quelli che acquistano il biglietto per la Yachtoberfest e cominciano ad inebriarsi (quasi tutti). Ospite d'onore della festa, il denaro. Chi è ricco vuole essere potente, chi lo è già vuole diventare il più forte di tutti. È un terreno malsano, quello su cui oggi rotola il pallone. Fangoso, pieno di buche e con poca erba. Il problema è che non ci sarà nessun sopralluogo della terna arbitrale, perché anche loro (Calciopoli insegna) sono saliti a festeggiare sullo yacht. Così restiamo solo noi, con quella sfera sempre più pesante da spingere. Non ci fermeremo, almeno fin quando la melma sarà così profonda che non potremo più avanzare. Allora cominceranno le pulizie, e per una volta saremo noi a divertirci.
Samuel Boscarello per ilcalcio24.com
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