STASERA CON ParlaMente 18 luglio 2014

mercoledì 3 luglio 2013

Dieci motivi (più uno) per dire no agli F35

Vorrei che il Governo acquistasse gli F35, se davvero si trattasse di elicotteri che trasportano malati e spengono incendi (Boccia dixit). Il problema è che si tratta di cacciabombardieri che sganciano ordigni e uccidono persone [1].
Io non li voglio perché il Governo nel suo “pacchetto lavoro” ha stanziato 15 milioni di euro l’anno per finanziare i tirocini universitari, mentre per un singolo aereo bisogna sborsarne tra i 90 e i 106 [2].
Una montagna di denaro, tale che con il costo di un caccia si potrebbe mantenere un ospedale in Africa per i prossimi cinquant’anni [3].
Ma tutto ciò è poca cosa rispetto alle stime dei costi totali, che ammontano a più di 40 miliardi di dollari, cui bisogna aggiungere i 200 miliardi di spese d’acquisto. Se tutto questo denaro venisse distribuito equamente ad ogni essere umano sulla faccia della terra, ciascuno riceverebbe circa 35 dollari [4].
Io non voglio gli F35 perché, ammesso che sia vero che produrranno diecimila posti di lavoro, ciò accadrà a spese di chi da un’altra parte del mondo tremerà di terrore nel vederli in cielo [5].
Del resto si tratta della tecnologia militare più avanzata, firmata Lockheed Martin, la stessa azienda che si occupa di progettare i satelliti geostazionari Muos [6].
Figurarsi che l’Aeronautica, con un orgoglio sinistro, si ritiene soddisfatta del modello in quanto possiede “uno spiccato orientamento per l’attacco aria-suolo, bassa osservabilità radar, in grado di utilizzare un’ampia gamma di armamento, pensato e progettato per quei contesti operativi che caratterizzano le moderne operazioni militari di quest’era successiva alla guerra fredda” [7].
Io non voglio gli F35 perché “per amare la pace, bisogna armare la pace” è una frase degna di un circolo di veterani della Normandia, non di un ministro della Repubblica Italiana che ha giurato sulla Costituzione [8].
Che il ministro Mauro vada a leggere il certificato di nascita del nostro Stato, all’articolo 11:“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” [9].
Ministro, se lei ritiene che per mantenere la pace la si debba imbracciare il fucile, scenda pure sul campo di battaglia. Io, in quanto cittadino, mi rifiuto essere complice di omicidi mascherati sotto il nome di “missioni di pace” [10].
Ma soprattutto non voglio gli F35 perché credo che la vera missione di pace sia ripulire il cielo da ogni cacciabombardiere, il mare da tutte le portaerei e la terra da ogni singolo carro armato. Solo allora avremo vinto la nostra battaglia.
Samuel Boscarello per cogitoetvolo.it

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