L'arbitro Otavio Jordao da Silva de Catanhede, torturato e decapitato in campo. |
Capita tutto troppo velocemente perché qualcuno si possa accorgere di quanto sta accadendo. L'arbitro, il ventenne Otavio Jordao da Silva de Catanhede, espelle Josenir dos Santos Abreu. Il giocatore (31 anni) non ci sta e prende a calci il direttore di gara, il quale estrae un coltello e lo affonda nel petto di Josenir. Quando il giovane cade a terra, i tifosi insorgono. Entrano in campo, trascinano l'arbitro e lo legano al palo. Poi comincia il rituale della vendetta: botte e sassate, qualcuno decapita la vittima e ne espone la testa. Quando la folla si dirada, ai soccorritori non resta che raccogliere il cadavere fatto a brani. Due morti nel mattatoio maranhense, tutti colpevoli, nessuno assolto. Il pallone rotola ancora una volta nel sangue e noi vi chiediamo: fermatevi; per un giorno, una settimana o un mese. Abbassate le bandiere a mezz'asta e portate il lutto al braccio. Perché se la tomba del calcio è stato l'Heysel, ogni giorno che passa qualcuno la scoperchia per poter infierire ancora un po'.
Samuel Boscarello per ilcalcio24.it
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